Importanti ritrovamenti di fossili di piante hanno dato un nuovo impulso alla paleobotanica nell’area delle Dolomiti e l’hanno resa famosa in tutto il mondo.
Importanti ritrovamenti di piante fossili hanno dato nuovo slancio alla ricerca paleobotanica nelle Dolomiti. Una parte del materiale rinvenuto, soprattutto del Triassico medio superiore e inferiore (giacimenti Anisici e Ladinici) è ora oggetto di approfondite indagini da cui sono emerse sorprendenti scoperte su una varietà vegetale di gran lunga maggiore a quanto originariamente ipotizzato.
Fino a una cinquantina di anni fa, le Dolomiti parevano piuttosto povere di fossili vegetali. Soprattutto i collezionisti locali e i gruppi di ricerca universitaria hanno nel frattempo portato alla luce notevoli ritrovamenti capaci di suscitare il grande interesse della comunità paleobotanica internazionale.
Degli esemplari facenti parte della collezione paleobotanica risalenti ai periodi compresi fra il Permiano e il Triassico Superiore buona parte è attualmente ospitata presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Oltre a permettere lo studio della flora dolomitica di quell’epoca, l’elaborazione dei materiali offre per la prima volta la possibilità di eseguire ricostruzioni delle diverse forme vegetali originarie e dei paesaggi ormai lontani nel tempo.
Parallelamente ai macroresti del Triassico, ricerche e studi riguardano anche la microflora (pollini e spore) di importanti affioramenti del Triassico Medio. E non solo per la verifica e l’elaborazione di zone biostratigrafiche già note in letteratura ma anche per un ulteriore approfondimento delle condizioni paleoclimatiche ai tempi del Triassico Medio.