Per 15 milioni di anni l‘area che circonda Bolzano era dominata da un supervulcano. Come e dove potevano sopravvivere animali e piante?
Da sempre i vulcani affascinano l’umanità. Lo studio recente dell’attività esplosiva legata ai supervulcani e le mega-caldere ha rivolto particolare attenzione al loro impatto, potenzialmente devastante, sulla vita e sul clima, ma ancora poco si conosce l’effetto sugli ecosistemi circostanti anche per la scarsità di depositi sedimentari associati a questi eventi. Alcune estinzioni di massa sembrano essere legate ad eruzione di alcuni famosi supervulcani come le Siberian Traps (Russia) durante l’estinzione di fine Permiano, o le Deccan Traps (India) attive a fine Cretaceo. L’assenza di tali eruzioni in tempi storici ha spinto la ricerca ad indagare nel passato, per comprendere le dinamiche di tale eventi e prevedere il comportamento delle mega-caldere oggi esistenti, come quella di Yellowstone (USA) e di Toba (Indonesia).
La mega-caldera Permiana (circa 280 milioni di anni fa), con centro a Bolzano, è dunque un caso studio di particolare interesse. Le eruzioni che diedero origine al Gruppo Vulcanico Atesino si protrassero per oltre 15 milioni di anni. Le successioni sedimentarie, intercalate alle rocce vulcaniche e depositate nei periodi di stasi dell’attività eruttiva, hanno restituito numerosi fossili (tracce, piante, vertebrati) tra cui il più antico scheletro di vertebrato delle Alpi. Questo progetto si propone di studiare 21 sezioni stratigrafiche distribuite in diversi bacini sedimentari, al fine comprendere l’influenza del vulcanismo sugli ecosistemi circostanti la mega-caldera atesina e loro evoluzione nel tempo.
L’approccio multidisciplinare che coinvolgerà diversi esperti delle geoscienze (sedimentologi, vulcanologi, petrografi, paleontologi, paleobotanici e geochimici) è un elemento fondante del progetto che mira ad indagare i fattori biotici (auto- e sin-ecologici) ed ambientali che influenzarono composizione ed evoluzione degli ecosistemi atesini del Permiano inferiore. La distribuzione regionale e la continuità delle successioni stratigrafiche permetteranno di osservare gli effetti del vulcanismo nel tempo e a distanze diverse dal centro eruttivo. Inoltre, le datazioni radiometriche sulle rocce vulcaniche permetteranno di datare indirettamente con estrema precisione i depositi sedimentari e di ottenere una calibrazione raffinata per la biostratigrafia del Permiano inferiore. Ulteriori obietti saranno: la caratterizzazione degli ecosistemi del Permiano inferiore rispetto a quelli “primitivi” (Paleozoici), “di transizione” (Mesozoici), e la verifica se e come il processo globale di inaridimento avvenuto nel Permiano inferiore influenzò gli ecosistemi.
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Responsabile del progetto: Evelyn Kustatscher