Il mondo come lo conosciamo oggi nasceva 233 milioni di anni fa. Questo è legato ad un cambiamento climatico avvenuto nell’era del Carnico. Un’estinzione ma anche una grande fase di diversificazione, da cui si è originato il mondo che conosciamo.
Il mondo come lo conosciamo oggi nasceva 233 milioni di anni fa. Lo sostiene una ricerca internazionale, che ha messo in luce una nuova rivoluzione degli ecosistemi globali legata ad un cambiamento climatico avvenuto nell’era del Carnico. Un’estinzione ma anche una grande fase di diversificazione, da cui si è originato il mondo che conosciamo. Presente nel gruppo di ricerca anche il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.
Non capita spesso, che venga identificata una nuova estinzione di massa, uno sconvolgimento degli ecosistemi globali così intenso, da lasciare traccia indelebile nella storia della vita. In un articolo pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista Science Advances, un team internazionale di geologi e paleontologhe descrive un nuovo evento di estinzione, avvenuto circa 233 milioni di anni fa, chiamato Episodio Pluviale Carnico. La ricerca è stata condotta da un team guidato da Jacopo Dal Corso della China University of Geosciences, di cui fanno parte anche Evelyn Kustatscher, paleontologa del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, nonché ricercatrici e ricercatori delle Università di Padova e Ferrara, del CNR e del MUSE – Museo delle Scienze di Trento.
Il gruppo di ricerca ha esaminato prove geologiche e paleontologiche, raccolte in decenni di rilievi sul campo, analisi di laboratorio e modellizzazioni, derivandone un quadro completo delle cause, delle dinamiche e degli effetti dell’Episodio Pluviale Carnico.
Cosa ha causato l’estinzione di massa?
Le cause sono state messe in relazione con massicce eruzioni vulcaniche risalenti all’epoca del Carnico nella provincia magmatica di Wrangellia, di cui abbiamo oggi testimonianze in Canada occidentale ed in Alaska: Queste eruzioni iniettarono nell’atmosfera enormi quantità di gas serra come l’anidride carbonica, che portarono ad un riscaldamento globale. Questa fase di riscaldamento globale fu associata ad un forte aumento delle precipitazioni, di qui il riferimento ad un periodo “pluviale”, che durò circa un milione di anni. Questo improvviso cambiamento climatico causò una grave perdita di biodiversità negli oceani e sulle terre emerse, tanto da poter essere catalogata da Dal Corso ed il suo team tra le più profonde fasi di estinzione nell’intera storia della vita.
Il lato positivo
Subito dopo l’evento di estinzione nuovi gruppi fecero la loro comparsa o si diversificarono rapidamente, come ad esempio i dinosauri, contribuendo all’origine di nuovi ecosistemi. “Uno degli effetti più importanti dell’episodio Pluviale Carnico è che portò alla diversificazione e radiazione di tanti gruppi di animali e piante moderne”, spiega Evelyn Kustatscher, paleontologa del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, “Né gli ecosistemi tipici del Giurassico e Cretacico con dinosauri giganti e boschi di Araucarie e bennettitali, né gli ecosistemi che conosciamo oggi con tartarughe, coccodrilli, lucertole, mammiferi e moderne foreste di conifere e felci si sarebbero mai sviluppati senza questo importante momento nella storia della nostra terra.”
Le tracce dell’estinzione nelle Dolomiti
L’Episodio Pluviale Carnico ebbe un profondo impatto anche sulla vita marina e nella chimica degli oceani. Questo è documentato, per esempio, nelle Dolomiti, dove la crisi del Carnico è visibile in modo spettacolare nella morfologia del paesaggio, con le celebri pareti di dolomia che vengono interrotte da rocce poco resistenti, che si sono deposte proprio durante questo evento, quando gli ecosistemi collassarono.
I risultati del nuovo studio dimostrano che l’estinzione nel Carnico agì come un motore importante per l’evoluzione della vita. “Questi eventi di crisi sono molto complessi,” aggiunge Massimo Bernardi, paleontologo del MUSE, “è difficile prevedere chi si troverà dalla parte dei vinti e chi dei vincitori. Questo suggerisce speranza ma anche grande cautela a chi si trova a vivere nel bel mezzo di una nuova crisi climatica con estinzioni in atto, come noi.”
L’articolo scientifico di Jacopo Dal Corso, E. Kustatscher e altre 15 ricercatrici e ricercatori si intitola “Extinction and dawn of the modern world in the Carnian (Late Triassic)” (italiano: L’estinzione e l’alba del mondo moderno nel Carnico) ed è apparso oggi sulla rivista Science Advances 6, eaba0099.